Carenza di ferro: è davvero un problema così diffuso?

Le ultime statistiche parlano, nel mondo, di una persona su tre che soffre di livelli troppo bassi di ferro nel sangue.

Pensa che hanno dovuto addirittura istituire la Giornata Internazionale della Carenza di ferro (Iron Deficiency Day), per sensibilizzarci sull’importanza del ferro per il nostro organismo.

Questa giornata si svolge il 12 dicembre di ogni anno e ha l’obiettivo di “svegliarci” e ricordarci che questo elemento ha un ruolo vitale nel nostro corpo.

Ma davvero è così importante il ferro? Non lo è solo per le donne in gravidanza?

Facciamo qualche esempio per mostrare quanto è sottovalutato il ruolo del ferro nella nostra vita.

Hai presente quelle volte che ti senti stanco durante il giorno, senza un valido motivo? E magari senti anche il bisogno di dormire in continuazione? Ecco, potrebbe dipendere proprio da bassi livelli di ferro nel sangue!

Immagina quanto cala la tua produttività sul lavoro e quanto peggiorano le relazioni con gli altri quando sei costantemente appesantito e rallentato da una spossatezza cronica!

Persino il mal di testa può dipendere dalle carenze di questo importante elemento, così come un costante pallore, la fragilità di capelli e unghie, vertigini e capogiri, irritabilità, mani e piedi freddi, formicolio alle gambe…

La carenza di ferro indebolisce anche il sistema immunitario rendendolo più fragile nel combattere le malattie.

Inoltre questo elemento tende a calare parecchio in pazienti con problemi renali e insufficienza cardiaca.

Non dobbiamo dimenticare che il ferro è necessario per la struttura dell’emoglobina, quella proteina che è responsabile dell’ossigenazione dei nostri tessuti e dell’eliminazione dell’anidride carbonica.

Ecco perché è troppo importante avere livelli adeguati di ferro nel sangue!

Non solo per la donna in gravidanza e per il suo bambino, ma per tutti noi.

La nostra alimentazione, purtroppo, spesso non è sufficiente a fornirci la quantità adeguata di questo elemento, così occorre assumere degli integratori di ferro.

Ma quali?
Sono tutti uguali? Uno vale l’altro?
In realtà, no.
Il ferro oggigiorno lo trovi sotto forma di sali diversi e in numerosissimi prodotti.

I primi integratori comparsi sul mercato presentavano un grosso problema di assorbimento e di tollerabilità del ferro, provocando nausea, diarrea e colorazione delle feci.

Ultimamente svariati prodotti hanno risolto i problemi di tollerabilità, non disturbano più stomaco o intestino e vengono assorbiti abbastanza bene.

Ma…

Eh sì, c’è un “ma” che solo gli specialisti del metabolismo del ferro conoscono.

C’è un “ma” che spesso prolunga l’integrazione con prodotti a base di ferro per mesi e mesi perché il ferro sembra essere assorbito dal nostro organismo molto lentamente, col contagocce.

Come mai gli integratori molte volte fanno così fatica ad entrare in circolo e ad alzare i bassi livelli di ferro? Perché spesso ti costringono a lunghissimi periodi di assunzione?

Chi è esperto di metabolismo del ferro sa bene che quando aumenta la nostra PCR, che è un indicatore di infiammazione che spesso compare nelle analisi del sangue, cominciano a chiudersi tutti i canali di assorbimento del ferro.

Il problema è che la PCR si innalza anche con un forte raffreddore, con l’influenza, dopo un intervento chirurgico, per la montata lattea nelle donne che allattano e per svariate altre piccole infiammazioni che ci capitano.

Così succede che quando abbiamo (spesso) la PCR che si alza, i sali di ferro che prendiamo non vengono assorbiti dall’intestino.

Il ferro quindi viene bloccato in entrata.

Addirittura succede che quello immagazzinato in speciali depositi del nostro organismo (chiamati ferritina) non viene reso disponibile.

Insomma in quei giorni con PCR elevata il ferro che ingoi non viene assorbito.

Così rischi di andare avanti mesi alternando periodi in cui gli integratori di ferro funzionano ad altri (quando cresce la PCR) in cui non funzionano.

Questo vale per tutti gli integratori tranne quelli contenenti un ferro speciale.

Si tratta del ferro in forma cosiddetta liposomiale (brevettato)

Il liposoma è una specie di incapsulamento naturale (formato da fosfolipidi) che a prima vista sembra essere uguale a tanti altri sistemi di rivestimento del ferro utilizzati negli integratori.

In realtà il ferro liposomiale ha una caratteristica veramente unica e dimostrata da vari studi.

Infatti è capace di essere assorbito anche quando si alza la PCR, cioè anche quando si bloccano tutti i canali del ferro e gli altri integratori non funzionano.

Come fa?
Con un trucco vecchio come Omero: il trucco del Cavallo di Troia.

Infatti il liposoma funge da cavallo di troia che nasconde dentro di sé il ferro e NON lo libera nell’intestino come fanno invece altri incapsulamenti

Così il nostro intestino, anche quando chiude le porte al ferro, non “vede” quello nascosto nel liposoma e lo lascia passare, riconoscendo solo lo speciale incapsulamento che viene trattato come una “pallina” di grasso.

Segue cioè una via diversa di entrata in circolo: infatti penetra nel nostro sistema linfatico e arriva al fegato.

Solo qui il liposoma si apre.

Solo qui il “cavallo di troia” fa uscire i soldati al suo interno, vale a dire il ferro.

Perciò quando utilizzi il ferro liposomiale riesci ad assorbirlo sempre, anche quando si alza la PCR!

Hai a disposizione cioè non solo un ferro ben tollerato, ma che ti permette VELOCEMENTE di ripristinare i normali livelli nel sangue.

Tra i numerosi studi scientifici che supportano il ferro liposomiale, ce n’è addirittura uno che mostra un’efficacia pari al ferro in vena che si usa nelle emergenze.

Dove lo puoi trovare questo ferro lipososmiale?
Per esempio cliccando qua => il nostro ferro liposomiale

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