integratori contro il covidA sentire qualcuno di quei cosiddetti “esperti” che affollano la TV, la risposta secca alla domanda è: NO!

Qualche camice bianco che interviene durante le numerose trasmissioni televisive sull’argomento ribadisce:

“No, ma che scherziamo? Gli integratori non servono a niente!”

Se badiamo alla massa di persone che sui social si improvvisano infettivologi, virologi, esperti di fitoterapia e detentori delle massime conoscenze mediche i giudizi vanno anche oltre:

“No, macché!”
“Ma tu guarda cosa si inventano adesso le aziende di integratori pur di vendere…”

“Smettetela di fare gli sciacalli su una pandemia così grave! Non esistono integratori che possono aiutare!”

Il coro a volte si fa così assordante e minaccioso che viene quasi da chiedere scusa solo per aver osato porsi una domanda simile.

Peccato però che la scienza tanto invocata in questi mesi, a difesa della nostra salute, dice anche che ogni affermazione scientifica, o presunta tale, deve essere dimostrata.

Il metodo scientifico su cui si basano anche la medicina e la farmacologia dice che si devono esibire prove documentate e riproducibili per ogni affermazione.

Non basta dichiararsi esperto e urlare il proprio pensiero per avere ragione.
Non basta nemmeno avere lauree, incarichi ufficiali nella sanità o titoli onorifici per avere ragione.

Non basterebbe nemmeno essere Einstein in persona per avere ragione. Anche lui, come del resto ha fatto quando era in vita, dovrebbe dimostrare ogni sua affermazione scientifica.

Questo perchè nelle scienze NON vale il principio di autorità: non vince chi ha il ruolo più prestigioso, non ha ragione chi sventola più lauree o chi urla di più o chi si mostra più sicuro battendo i pugni o puntando il dito.

Nel metodo scientifico contano le prove scientifiche, contano gli studi.
Quindi riformuliamo meglio, più scientificamente, la domanda del titolo:
Cosa dicono gli studi scientifici sugli integratori? Possono dare una mano contro il Covid?

Se dici di no devi dimostrarlo: fuori gli studi!
Se dici di sì vale la stessa regola scientifica: fuori gli studi! Insomma servono i fatti.
Ed eccoli i fatti.
Notizia ANSA di qualche giorno fa:

“Covid: studio, integratori riducono rischio malattia grave”

Cos’è, la solita “sparata” di un titolone gonfiato solo per attirare click e visualizzazioni? Cominciamo a leggere l’articolo:

(ANSA) – PALERMO, 10 APR – Uno studio realizzato dal gruppo di ricerca coordinato dal professore Salvatore Corrao, componente del comitato tecnico scientifico della Regione Siciliana e direttore del reparto Covid dell’ospedale Civico di Palermo, ha dimostrato l’efficacia antinfiammatoria di integratori come vitamina D, C, melatonina e zinco nella cura del Covid-19. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale “Nutrients”.

Guarda, guarda, allora è qualcosa di serio.

Ma leggiamo anche cosa dice il prof. Corrao NON secondo la sua opinione, MA in base ai dati del suo studio:

“Una delle strategie terapeutiche è stata focalizzata sulla prevenzione delle infezioni e sulle misure di controllo. A questo proposito, l’uso di supporti nutraceutici può giocare un ruolo per quanto riguarda alcuni aspetti dell’infezione, in particolare lo stato infiammatorio e la funzione del sistema immunitario dei pazienti, rappresentando così una strategia per controllare gli esiti peggiori di questa pandemia”.

“Servono dosaggi terapeutici – spiega – di melatonina, vitamina C, vitamina D, integrazione di zinco per ridurre non tanto l’impatto dell’infezione, ma di una malattia che potrebbe avere aspetti severi che sappiamo può portare alla morte.

Possono essere presi singolarmente o alcuni combinati”. Puoi trovare facilmente l’articolo su Google.

Questo articolo ne ricorda tanto un altro, di qualche mese fa.

A gennaio infatti, l’ufficio stampa dell’Università di Padova aveva diramato una notizia ripresa poi timidamente da qualche giornale:

“COVID-19: TRATTAMENTO CON LA VITAMINA D IN PAZIENTI CON COMORBIDITÀ DIMINUISCE DECESSI E TRASFERIMENTI IN TERAPIA
INTENSIVA”

E prosegue:

“Team di ricercatori – che vede coinvolte le Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca CNR di Reggio Calabria e Pisa – guidato dal prof. Sandro Giannini dell’Università di Padova ha pubblicato sulla prestigiosa rivista «Nutrients» il primo studio sull’argomento che evidenzia scientificamente l’effettivo ruolo della vitamina D sui malati di Covid-19.”

Stiamo parlando di nuovo di uno studio scientifico.

Non sono chiacchiere da salotto e nemmeno i vaneggiamenti che inquinano Facebook e purtroppo anche molte trasmissioni televisive.

Sai come finisce l’articolo?

Così:

«In particolare – prosegue il prof. Giannini -, nei soggetti che avevano assunto il colecalciferolo, [cioè la vitamina D], il rischio di andare incontro a “Decesso/Trasferimento in ICU [la Terapia Intensiva]” era ridotto di circa l’80% rispetto ai soggetti che non l’avevano assunto”.

Soffermiamoci un attimo sul risultato: ti rendi conto che lo studio ci dice che l’integrazione con vitamina D ha ridotto la mortalità o il ricovero in terapia intensiva dell’80%?

Anche le conclusioni del primo studio, quello riportato dall’agenzia ANSA, non sono da meno e infatti il professor Corrao, intervistato, dice anche che “ …tali sostanze possono ridurre anche le citochine infiammatorie tipiche del Covid. Non comprendiamo perché non sia stata fatta una campagna di popolazione dall’Oms e dagli enti governativi che potrebbe abbattere il Covid grave in soggetti come ad esempio i diabetici”

Alla luce di questi studi, allora, ci sono veramente integratori che potrebbero esserti d’aiuto durante questa pandemia di Covid, soprattutto quelli che contengono vitamina D e zinco e magari anche uno dei più potenti antinfiammatori naturali (la curcumina), tutti in grado di contrastare la produzione di citochine infiammatorie che si scatenano a causa del virus.

Come ad esempio il prodotto che trovi cliccando qui => integratore con vitamina D, zinco e curcumina

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